15 e 16 luglio
Due giornate di conversazione veramente intense. Devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso da quanto arricchenti siano state le ore spese in quest’occasione, che temevo potesse rimarcare nozioni e pensieri che potessi già conoscere. Invece no, come il primo ospite ha detto: l’esperienza può uccidere i pregiudizi. Era Prasan De Visser, il fondatore della fondazione Global Unites, che coinvolge ragazzi da tutto il mondo, per lo più Africa e Asia, in attività che aiutino a comprendere che i confini sono solo limiti geografici e/o dettati dalla paura.
Abbiamo ragionato sulle motivazioni per cui dei ragazzi possano unirsi in un gruppo terroristico: assenza di modelli da seguire; assenza di un’educazione che sia proficua e che offra opportunità con un futuro produttivo; chiusura culturale nell’accettare le idee altrui, ma la più importante –secondo noi – è l’assenza di una comunità e di una famiglia che permettano di fare esperienza di cosa sia l’amore ed il supporto, la fratellanza.
Sembra retorica, ma non lo è, è la base.
Il Generale nigeriano ha continuato dando una sua visione rispetto all’importanza del networking e del sentirsi utile per la società, di sentirsi parte funzionale e fondamentale, siamo di nuovo qui.
Stiamo cercando di capire come tutti questi pensieri che provengono da esperienze, studi e diversi background, si possano tradurre in atti concreti. Il tema della violenza e dei giovani è trattato e bis-trattato, e di certo non si risolverà mai in una sala ad Harvard. Ma l’utilità e passione che stanno emergendo da questo continuo confronto sono benzina che, se ben canalizzata, può emettere un inquinamento di buone idee e di buone azioni.
Abbiamo tra le altre cose visitato il museo di scienze nella sezione infantile, per affrontare da un punto di vista biologico l’infanzia e i percorsi che ogni bambino deve attraversare. Bellissima anche la visita al miglior centro di ricerca nel mondo, il MIT.
Si continua!